Massimo Falsaci in mostra a Milano nella collettiva "la città silente e i luoghi del silenzio".28/9/2016 In una famosa “Bustina di minerva” del 2000, Umberto Eco si chiedeva se in un futuro prossimo ci troveremo costretti ad acquistare a caro prezzo dei pacchetti di silenzio, momenti di pace solitaria, liberi dal rumore con cui ogni giorno ognuno di noi è costretto a scendere a patti: secondo Eco il silenzio è al giorno d’oggi appannaggio di pochi, siano essi facoltosi fortunati che possono permettersi porzioni di mondo lontane dalla caotica quotidianità, oppure asceti, che sanno rinunciare a qualsiasi forma di socialità per ritirarsi in solitudine.
I nostri fotografi però, ci mostrano, attraverso gli scatti proposti per “La città silente” e per “I luoghi del silenzio” che esiste una terza via: affidarsi al loro occhio esperto, capace di catturare una visione, un dettaglio, un’architettura, uno scorcio, un particolare luogo in cui, in maniera sinestesica, l’immagine ci sappia restituire quella sensazione di silenzio, di pace, di luogo lontano dal caos e dalla frenesia. Ognuno ci propone la propria visione: in alcuni casi si tratta, è vero, di veri e propri non luoghi, o quantomeno di non più luoghi, siano essi macerie, rovine o fabbriche abbandonate, in cui il fervore della vita produttiva rimane solo una pallida eco che l’occhio del fotografo sa cogliere e che il silenzio attuale sembra ricordare per simboli e litote. In altri casi, invece, si tratta di visioni urbane, di contesti in cui – lo sappiamo grazie all’esperienza quotidiana – è estremamente difficile, se non addirittura impossibile, cogliere un attimo di vero, totale silenzio. Ma questa è la grande capacità dello sguardo del fotografo, che sa catturare il momento, fornirci il punto di vista che non avevamo considerato, mostrarci che anche nel centro di una grande città, magari all’interno di edifici visitati in ogni momento da centinaia di turisti, è possibile leggere il dettaglio architettonico che richiama al silenzio, mostrare un muto dialogo tra le forme, letteralmente trasportarci in una dimensione differente. Ogni opera di ogni fotografo che possiamo qui ammirare ci offre la propria capacità di individuare, in contesti variegati, in forme differenti, secondo la propria sensibilità, il silenzio che ci circonda non già lontani dal mondo e dai contesti antropizzati, in ascetico isolamento, ma proprio dove riconosciamo un presente o un recente passato di forte e diffusa presenza umana, raccontandoci storie e mostrandoci prospettive di prezioso silenzio.
0 Commenti
Lascia una Risposta. |